La pizza è uno dei principali emblemi dell’Italia nel mondo (uno di quelli di cui ci si può vantare). Ma è possibile prepararne una utilizzando esclusivamente ingredienti che provengono dal circuito del Commericio Equo e Solidale? Certo che sì, e si “rischia” anche di farla decisamente buona.
L’impasto
Per l’impasto si può utilizzare la farina semintegrale di grano duro Timilia, prodotta dalla Cooperativa agricola Valdibella. Macinata a pietra, secondo le antiche tradizioni.
Quanto all’olio, c’è l’ottimo extravergine d’oliva Palestina, prodotto da Sindyanna, organizzazione no-profit nata dall’iniziativa congiunta di un gruppo di donne ebree ed arabe per sostenere la coltivazione dell’olivo e la produzione di olio dei piccoli coltivatori in una regione provata da molti conflitti.
Il condimento
Non ce ne vogliano gli amanti di quella bianca, ma la pizza vera è col pomodoro. Si consiglia quindi la passata di pomodoro bio della cooperativa I Frutti del Sole.
Direttamente dalla Sicilia arriva l’origano biologico prodotto dall’azienda agricola Gangi Dante. Raccolto al punto giusto di maturazione, in fioritura. Fatto essiccare a gambo intero in luogo ombroso e ventilato e successivamente sgranato.
Se la mozzarella è di bufala, la pizza è un’altra cosa. Qui al Villaggio dei Popoli distribuiamo le mozzarelle della cooperativa Le Terre di Don Peppe Diana, il sacerdote anti-camorra ucciso nel 1994.
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